A.C.M.L - Associazione Culturale Mechitarista in Libano

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Giovedì18 Aprile 2024

Convegni

100904 - Rompere Il Silenzio

Il Rev. P. Grigoris Siranian ha partecipato in qualità di "Testimone"  al convegno "Rompere Il Silenzio: tra grande silenzio e silenzi colpevoli" che si è tenuto Sanzeno (TN) il  3 e 4 settembre 2010.

La testimonianza del Rev. P. Grigoris intitolata "La Tragedia: un Dilemma tra Logos e Silenzio nella concezione spirituale e culturale del popolo armeno" si è tenuto sabato, 4 settembre, dalle ore 10:00 alle 11:00.

Per ulteriori informazioni siete pregati di controllare l'allegato.


 

Il Rev. P. Grigoris Siranian ha partecipato in qualità di "Testimone"  al convegno "Rompere Il Silenzio: tra grande silenzio e silenzi colpevoli" che si è tenuto Sanzeno (TN) il  3 e 4 settembre 2010.

La testimonianza del Rev. P. Grigoris intitolata "La Tragedia: un Dilemma tra Logos e Silenzio nella concezione spirituale e culturale del popolo armeno" si è tenuto sabato, 4 settembre, dalle ore 10:00 alle 11:00.

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Abstract del convegno

 

 

 

Abstract del Convegno
paradossale: ma per parlarne bisogna romperlo! E se è per questo, per ascoltarlo, bisogna che tutto attorno a noi e in noi taccia. È sfuggente come un’anguilla il silenzio, ma senza di esso, sapientemente dosato, la Nona di Beethoven non sarebbe nemmeno stata composta: è grazie ad esso se si possono sensatamente mettere in fila le note tra di loro o le nostre parole, e se ciò che ne viene fuori non è un ammasso caotico ed incomprensibile di suoni. Forse per questo, in una società “rumorosa” come la nostra (persino l’attesa silenziosa al telefono ci anno tolto!), se ne sente così tanto bisogno. Il silenzio è una componente profonda dell’umanità, soprattutto di quella che vive anche di spiritualità, e infatti ogni religione vi concede uno spazio privilegiato. E all’eremo di S. Romedio ne sappiamo qualcosa! Ma in realtà è un bisogno del tutto umano: staccare la spina, chiudere i contatti, ascoltare il rumore del vento… Strana creatura il silenzio, però, perché poi te lo ritrovi dove invece stona, è rumoroso, fuori luogo, persino colpevole. È un’arma a doppio taglio, perché in alcuni casi ci serve per “coprire” situazioni e storie che non vogliamo vedere né sentire. E che perciò rischiano nemmeno di esistere. Da qui nasce l’approccio “duplice” al silenzio in questo convegno: il silenzio in qualche modo “sacro”, e quello piuttosto “da rompere”, quello che ci aiuta a crescere umanamente e spiritualmente, e quello che ci fa vergognare di essere uomini e donne…

 

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paradossale: ma per parlarne bisogna
romperlo! E se è per questo, per ascoltarlo,
bisogna che tutto attorno a noi e in
noi taccia. È sfuggente come un’anguilla il silenzio,
ma senza di esso, sapientemente dosato,
la Nona di Beethoven non sarebbe nemmeno
stata composta: è grazie ad esso se si possono
sensatamente mettere in fila le note tra di loro
o le nostre parole, e se ciò che ne viene fuori
non è un ammasso caotico ed incomprensibile
di suoni. Forse per questo, in una società “rumorosa”
come la nostra (persino l’attesa silenziosa
al telefono ci anno tolto!), se ne sente così tanto
bisogno. Il silenzio è una componente profonda
dell’umanità, soprattutto di quella che vive
anche di spiritualità, e infatti ogni religione vi
concede uno spazio privilegiato. E all’eremo di
S. Romedio ne sappiamo qualcosa! Ma in realtà
è un bisogno del tutto umano: staccare la spina,
chiudere i contatti, ascoltare il rumore del vento…
Strana creatura il silenzio, però, perché poi
te lo ritrovi dove invece stona, è rumoroso, fuori
luogo, persino colpevole. È un’arma a doppio
taglio, perché in alcuni casi ci serve per “coprire”
situazioni e storie che non vogliamo vedere
né sentire. E che perciò rischiano nemmeno di
esistere. Da qui nasce l’approccio “duplice” al
silenzio in questo convegno: il silenzio in qualche
modo “sacro”, e quello piuttosto “da rompere”,
quello che ci aiuta a crescere umanamente e
spiritualmente, e quello che ci fa vergognare di
essere uomini e donne…
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